La Mindfulness viene definita come tecnica di terza generazione , dal momento che non si concentra più sul cambiamento della forma del pensiero, ma sul cambiamento del rapporto che la persona ha con il pensiero.
Quando cerchiamo di evitare pensieri ed emozioni negativi, infatti, mettendo in atto quello che viene definito “evitamento esperienziale”, non facciamo altro che favorire il perpetuarsi di emozioni sgradevoli; la Mindfulness ci insegna invece ad ascoltare senza giudizio le nostre emozioni e i nostri pensieri, anche negativi, e considerarli come transitori o come segnali per comprenderci di più.
Evitando inoltre le situazioni temute, la vita della persona si impoverisce (restringimento del repertorio comportamentale): con la Mindfulness si rende la persona in grado di esporsi alle situazioni negative, accettandole.
La Mindfulness prende origine dalla filosofia buddhista ma ad oggi si sta integrando sempre più anche con il pensiero occidentale; il concetto fondamentale è la concentrazione sul presente.
Svincolandoci da questi automatismi di pensiero che abbiamo appreso nell’arco della vita, e che guidano i nostri comportamenti, possiamo prendere coscienza di quello che accade effettivamente in noi (Thera e Goleman, 2003).
Come funziona?
La mindfulness si può applicare tramite esercizi meditativi: concentrandosi su un focus attentivo, per esempio il respiro, nel momento in cui subentra un pensiero il compito del soggetto è quello di riportare l’attenzione sul presente, cioè sul focus in questione.
Questo permette di non identificarsi in automatico con il proprio pensiero ma con il “testimone”, ossia la consapevolezza.
Perchè questo accada ci sono 3 presupposti principali:
- Accettazione dell’esperienza
- Capacità di auto-osservazione
- Decentramento: osservare i propri pensieri non come verità assolute ma come eventi transitori
Un protocollo molto utile in ambito clinico è sicuramente il MBSR, per la riduzione dello stress, ideato da Kabat-Zinn
È importante non voler guarire a tutti i costi ma anzi imparare a liberarsi dalla pressione di ottenere uno specifico risultato in un certo lasso di tempo.
Il protocollo, della durata di 8 settimane, si basa su esercizi di consapevolezza del corpo (body scan), del respiro e infine dei pensieri.
La mindfulness è inoltre indicata anche nel caso di disagi legati all’alimentazione, grazie alla pratica della mindful eating, che aiuta a prendere consapevolezza della nostra alimentazione.
Perché è importante?
È importante in quanto ci permette di non evitare le emozioni negative, ma al contrario di cogliere il segnale di allarme e affrontarle: solo così si potranno vivere e superare.
Lavorare sulle emozioni ci insegna a riconoscere cosa si prova in questo momento: è utile fermarsi nel dolore, senza tentare di cambiarlo.
Si prosegue dando un nome alle emozioni e cercando di essere consapevoli di cosa le causa: se il problema non è risolvibile non bisogna lottare contro di esse, ma aspettare che passino.
Infine la Mindfulness è particolarmente indicata nei casi di Ansia: la meditazione infatti è di grande aiuto per i pensieri ansiogeni. Osservandoli solo come pensieri, evitando di reagire e di lottare contro di essi ci liberiamo dalla loro presa: li lasciamo andare, concentrandoci sul presente e sul nostro respiro.
In questo modo il pensiero è visto appunto come solo un pensiero, non come una realtà, e la sua carica ansiogena diminuisce
Siamo noi stessi infatti a contribuire alla forza di un pensiero ansiogeno.
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